Tassa sui sacchetti frutta 2018: cos'è come funziona e quanto costa?

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Tassa sui sacchetti frutta 2018: cos'è come funziona e quanto costa?

studio legale Nicolè Padova
Pubblicato da studio legale nicolè in news · Venerdì 19 Gen 2018 ·  2:45
Tags: sacchettibiospesa

A partire dal 1° gennaio 2018anche i sacchetti per imbustare frutta e verdura saranno a pagamento.
È ormai entrata in vigore la nuova tassa sulla spesa, che costringerà i consumatori a sborsare dai 2 ai 10 centesimi per ognuna delle bustine utilizzate per imballare gli alimenti freschi al supermercato.

Di fatto, insomma, i consumatori non potranno aggirare il nuovo obbligo di pagare le bustine trasparenti dei supermercati, perché per ragioni igieniche sarà vietato portare da casa i sacchetti da utilizzare all’interno del supermercato per imbustare frutta, verdura, ma anche il pane e altri alimenti sfusi.
Il costo dei sacchetti biodegradabili di frutta e verdura al supermercato sarà compreso tra i 2 e i 10 centesimi cadauno e in molti parlano già di una nuova tassa sulla spesa perché parte del ricavo verrà poi versato dagli esercenti allo Stato in forma di Iva e imposta sul reddito.
La novità che ha più sorpreso è che a partire dallo scorso 1° gennaio 2018 non è più possibile portare buste della spesa da casa, almeno non per imbustare gli alimenti all’interno del supermercato.
Si tratta della novità introdotta con il DL Mezzogiorno convertito nell’agosto 2017 che prevede, a partire dallo scorso 1° gennaio 2018, che siano obbligatoriamente biodegradabili e compostabili anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri (le bustine utilizzate per imbustare frutta, verdura o pane ad esempio).

I supermercati non potranno più utilizzare buste non biodegradabili, pena l’applicazione di pesanti sanzioni, con multe da 2.500 euro a 25.000 euro e fino a 100.000 euro se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica oppure se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10% del fatturato del trasgressore.

Nonostante il senso comune porti a pensare che la sola idea di una nuova tassa occulta sui consumi possa essere accolta con sfavore dai consumatori, il 58% degli intervistati si è paradossalmente mostrato favorevole alla legge che prevede il pagamento dei sacchetti di frutta e verdura e, in genere, dell’utilizzo di materiali biodegradabili al posto della plastica.
Ad oggi è emerso un dettaglio che ha causato ancor più ira nei consumatori italiani: quella che ormai è destinata ad esser ricordata come la nuova “tassa sulla spesa” non è un obbligo introdotto dall’Europa, ma si tratta di una libera scelta del Governo Italiano.
Secondo quanto riportato da più fonti nelle ultime ore, è stato il Governo a scegliere di recepire nella seguente modalità la normativa UE che impone ai Paesi comunitari di ridurre il consumo di plastica.

È possibile obbligare i commercianti a farsi pagare le bustine biodegradabili?
Ci permettiamo, infine, di nutrire forti dubbi circa la legittimità costituzionale di una norma che - tra le altre cose - prevede come obbligatorio l’addebito della bustina biodegradabile al cliente; tale disposizione, infatti, appare violare palesemente i più elementari principi di libertà di iniziativa economica privata, con particolare riferimento a quanto previsto dall’articolo 41 della Costituzione.


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